martedì 23 gennaio 2007

Comunicato di solidarietà Rsu Fastweb Milano

Cari compagni, cari amici,

gli avvenimenti di questi ultimi giorni, che hanno investito il Call Center milanese di Wind, ci inducono a fermarci un attimo per riflettere ancora una volta sulla congiuntura che il settore delle tlc stà attraversando.Il nostro settore è fisiologicamente instabile, il modello di business cambia di anno in anno e di conseguenza l'organizzazione del lavoro, nonchè le stesse strutture aziendali, che subiscono continue modifiche. Le aziende hanno, grazie alla legislazione in materia, ampi strumenti di flessiblità, soprattutto attraverso le varie forme di contratti di lavoro. Questo, insieme alla natura stessa del business (servizi e non produzione di beni), permette alle Imprese di realizzare profitti molto elevati rispetto agli investimenti e ai costi dell'attività.E così i mercanti del servizio avviano, dal nulla, società che da zero diventano aziende nazionali in pochi anni, per poi rivendersele, in tutto o in parte, al migliore offerente (se pensiamo agli ultimi anni, è stato così per tutti ). Quindi zero produzione di vera ricchezza per il paese (l'impresa italiana dà il servizio, ma gli apparati di rete, i server, i pc dei clienti e quelli dei nostri uffici, cosa è prodotto in Italia di tutto questo?), zero programmazione a lungo termine, zero stabilità organizzativa e percorsi professionali certi, zero certezze per la vita futura di ogni dipendente...

Riteniamo necessarie politiche governative del lavoro e leggi che servano a ridimensionare tutti quei mezzi attraverso cui le Imprese del settore possono realizzare il loro business sulla pelle dei lavoratori.

A noi nel frattempo non resta che fare il possibile, attraverso iniziative concrete, per focalizzare l'attenzione del paese su questo problema. In questo momento, di spazi in cui il Sindacato può collaborare con l'Impresa ne vediamo davvero pochi.

Rsu Fastweb Milano

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Noi non siamo indifferenti!
Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici Wind di Sesto San Giovanni
in lotta contro esternalizzazione e licenziamenti

La decisione della Wind di cedere il call center di Sesto San Giovanni è l’ennesimo capitolo di un romanzo nero per i lavoratori delle TLC: esso va ad aggiungersi in un quadro dove le tutte le compagnie telefoniche (Telecom/TIM, Vodafone, Wind/Infostrada, H3G, Tele2) ricorrono ormai massicciamente a commesse in outsourcing per abbassare i costi e massimizzare i profitti. Nessuno dei consigli d’amministrazione di queste aziende informa sulla quantità mastodontica di utili annui, che raggiunge anche le decine di miliardi di euro, l’equivalente di una legge Finanziaria! Ma non contenti, essi vogliono sempre di più ed allora inizia la solita favoletta della “crisi”, delle contrazioni di mercato ed altre amenità.
Ma l’unica “crisi” è quella che si abbatte sui lavoratori: alcuni (i dipendenti diretti delle compagnie) che dovrebbero sottostare al ricatto aziendale su salario e condizioni di lavoro, per non vedersi “ceduti” a terzi; altri (gli esternalizzati), che già lavorano in condizioni molto peggiori, con livelli salariali e di inquadramento molto più bassi, oppure interinali o Co.Co.Pro., usati per qualche mese o per qualche settimana e poi ributtati nell’inferno della disoccupazione, che lavorano in ambienti spesso ai limiti della vivibilità ed in condizioni igieniche alquanto discutibili, e che anch’essi dovrebbero lavorare in silenzio e rassegnati se vogliono sperare in un chimerico contratto a tempo determinato.
Cos, E-Care, Answer, Elitel sono solo alcuni dei nomi di aziende di outsourcing che vanno per la maggiore sul mercato e che inquadrano nelle loro file migliaia di lavoratori-fantasma, senza diritti e con salari da fame. Ma questa situazione non si vive solo nelle TLC: il ricorso alle esternalizzazioni è ormai prassi consolidata in tutti i settori lavorativi, dal pubblico impiego, ai servizi, finanche alle industrie. Ormai è un pullulare di aziende ad hoc, finte municipalizzate, agenzie interinali, cooperative, moderni “caporali collettivi” che lucrano sullo sfruttamento delle grandi imprese committenti.
Pensare che tutto questo universo sia solo il frutto di politiche sbagliate , o di padroni che non sanno fare il loro lavoro è solo una pia illusione: la “crescita” economica delle aziende non va d’accordo col miglioramento o la difesa delle condizioni di chi lavora. I lavoratori sono una risorsa finché valorizzano i capitali che i padroni investono, dopo di che diventano solo che un costo, un “esubero”. L’unica strada per difenderci è mettersi di traverso, dire di NO, resistere! Organizzarsi ed utilizzare tutte i mezzi (dallo sciopero, ai presidi, le iniziative di controinformazione, le vertenze legali), per rimandare al mittente le minacce arroganti dell’azienda.
Ciò che è successo ad Atesia e ciò che è successo più in piccolo a Milano (dove le lavoratrici della Team Promotion, una delle tante aziende outsourcers nel mondo delle TLC, hanno vinto, dopo più di un anno di lotta, la prima vertenza legale), dimostra che non solo è possibile ma che SOLO LA LOTTA PAGA!
Per questo, come lavoratori e lavoratrici combattive di varie aziende, testimoniamo concretamente la nostra vicinanza ai colleghi di Wind, mettendoci a disposizione per ogni loro necessità nella convinzione che l’unità e la solidarietà nella lotta è uno strumento formidabile ed insostituibile per vincere.

L’UNICA NEW ECONOMY CHE VOGLIAMO?
QUELLA SENZA PROFITTI E CON LAVORO, SALARIO E CONDIZIONI DIGNITOSE PER TUTTI/E!

La redazione operaia del foglio "Assemblea!"
Delegati/e RSU, RSA, lavoratori e lavoratrici:
Brollo-Marcegaglia, Siemens (Sesto San Giovanni); Genia (S. Giuliano Milanese); Team Promotion (Milano); alcuni precari dei call center